n° 4 Gennaio 2016
CARLOS DI SARLI
Carlos di Sarli, il cui nome
di battesimo era Cayetano Di Sarli, nacque a Bahía Blanca nell’Argentina
meridionale, figlio di Miguel Di Sarli immigrato italiano proprietario di
un’armeria, e di Serafina Russomano sorella del tenore Tito Russomano.
Nel 1916, all'età di 13 anni,
mentre lavorava nel negozio di suo padre, Carlos subì un incidente che gli
compromise la vista e che lo costrinse a portare gli occhiali per il resto
della vita. Una volta recuperato dall'infortunio si unì a una compagnia di
musicisti itineranti specializzata nella musica popolare e che nel proprio
repertorio includeva anche tanghi.
Poi si trasferì a Santa Rosa,
nella provincia di La Pampa, dove un amico di suo padre, un altro immigrato
italiano di nome Mario Manara, possedeva un cinema e un club. Nel cinema Carlos
accompagnava le pellicole mute suonando il pianoforte, mentre nel club si
dedicava all'esecuzione dei tanghi. Nel 1919, tornò a Bahía Blanca dove
organizzò la sua prima orchestra suonando al Caffè Espresso, all’angolo tra Via
Zelarrayan e Via Buenos Aires, e al Caffè Moka sulla Via O'Higgins. L'orchestra
faceva anche tournée nelle province di La Pampa, Córdoba, Mendoza, San Juan e
Salta. Nel 1923, Carlos e suo fratello minore Roque si trasferirono a Buenos
Aires.
Forse sono molti i nomi
fondamentali che contiene la storia del Tango, pero è indubbio che quello di
Carlos Di Sarli esige la sua inclusione imprescindibile dentro la più schietta
e ristretta lista che si possa proporre.Pianista, compositore e direttore
d'orchestra di primissima grandezza , arrivava alla sua tardiva consacrazione -
come altre grandi figure del tango- con un percorso artistico tanto intenso
quanto rilevante. Lo "Stile Di Sarli" che si è mantenuto quasi
immutabile dai suoi inizi, intorno al 1926, fino alla fine (1958), ha dei
vincoli essenziali con la prima modalità orchestrale di Osvaldo Fresedo. Senza
particolari preoccupazioni di carattere armonico, le varie formazioni
orchestrali di Carlo Di Sarli sono invariabilmente adattate ad uno schema
prestabilito, il cui interesse sonoro si ottiene per mezzo di una gamma di
sfumature molto precise e, nello stesso tempo, molto sottili , le quali
alternano , in azzeccati contrasti, gli "staccati" con i "legati"
e i "crescendo" con i “pianissimo”. I bandoneon hanno un ruolo essenzialmente ritmico e
milonguero (ballabile), solo a momenti cantano la melodia. Il costante lavoro
dello stesso Di Sarli con la sua inimitabile conduzione pianistica, così come i
controcanti del primo violino Roberto Guisado danno il colore caratteristico al
complesso.Però dentro questa omogenea struttura strumentale , non c'è dubbio
che la cosa più importante come apporto interpretativo dal punto di vista della
creazione, si trova nello stile pianistico di Carlos Di Sarli , con la sua
favolosa mano sinistra che marca un ritmo di semplice tessitura e di profonda
emotività.
Fu chiesto al Maestro Osvaldo
Pugliese : "Cosa pensa di Di Sarli ? " e lui rispose : " Io lo
indico sempre come esempio”.
Senza nulla, creò una
struttura tanghera molto difficile da uguagliare. Fu un continuatore di Fresedo
al quale dedicò il tango "Milonguero viejo". Nella musica di Di Sarli
non ci sono arrangiamenti né "variaciones" (per es. assoli di
bandoneon) né armonizzazioni. Semplicemente con ritmo , melodia ed espressione
ha fatto del tango una " poesia della città" , degna di essere
ascoltata e ballata.
Di Sarli, già gravemente
malato, ha dato la sua ultima esibizione l’8 marzo 1959, nella club Podestá de
Lanús, finendo con una performance di Bahía Blanca, la sua composizione
dedicata alla sua città natale.
Per il materiale di ricerca utilizzato si ringrazia: