sabato 24 novembre 2018

I Grandi artisti del Tango Argentino


OSVALDO PUGLIESE

Osvaldo Pedro Pugliese(d’ora in poi O.P., ndr) nasce a Buenos Aires, nel barrio di Villa Crespo, il 2 dicembre 1905; suo padre, Adolfo, operaio in un calzaturificio, è stato flautista dilettante nei quartetti del suo quartiere che eseguivano tango. I suoi due fratelli maggiori, Vicente Salvador “Fito” ed Alberto Roque, hanno suonato il violino, di conseguenza O.P. fu da subito e per molti anni votato alla musica. Ad O.P. fu il padre che impartì le prime lezioni di solfeggio, dopo di che cominciò anche a strimpellare il violino, ma ben presto si rivolse al pianoforte, nonostante don Adolfo tardò un po’ ad acquistare il costoso strumento. Dopo essersi formato nei conservatori del posto, a 15 anni iniziò la sua carriera professionista nel locale Café de La Chancha, così chiamato dagli avventori alludendo alla scarsa igiene del proprietario.Poco dopo, mentre già si trovava in un conosciuto caffè del centro di Buenos Aires, aggiunse al suo conjunto la prima donna bandoneonista che conobbe il tango, Francisca “Paquita” Bernardo.  Proseguendo nella sua carriera, O.P. si aggregò al quartetto di Enrique Pollet, in seguito alla famosa orchestra di Roberto Firpo, e nel 1927 era già pianista dell’ orchestra del gran bandoneonista Pedro Maffia, da cui si svincolò, insieme al violinista Elvino Vardaro, per  formare un conjunto a nome di entrambi, che si sa fu molto conosciuto, ma del quale non si sono conservate registrazioni. Vardaro e O.P.debuttarono al Café Nacional e presto intrapresero un lungo tour nel paese. Il duo era accompagnato come rappresentante-responsabile dal poeta Eduardo Moreno, autore del testo del tango Recuerdo, il più celebre di quelli firmati da O.P., ed inoltre,  proposta da Moreno, dalla cantante Malena de Toledo. Il tour si rivelò un salasso economico e Vardaro dovette impegnare il suo arco Sartoris per pagare il viaggio di ritorno. O.P. presto fu affiancato da un altro violinista, Alfredo Gobbi, formando un conjunto di cui un bandoneonista era il giovanissimo Aníbal Troilo. Ciò durò pochi mesi durante i quali O.P. definì il suo primo repertorio da proporre in un paio di locali. Successivamente formò due accoppiamenti, in primo luogo con Gobbi e presto con Vardaro, per esibirsi in trasmissioni radio. Nel 1934, quando il bandoneonista Pedro Laurenz – ex di De Caro e di Maffia – formò la sua orchestra, O.P. ne occupò il piano, occasione in cui scrisse i suoi primi arrangiamenti su un paio di tangos, fra cui La Beba. Nel 1936 integrò nel conjunto il bandoneonista Miguel Calò, ancora arruolato nella corrente “decareana”, ed in questo modo formò le sue idee estetiche sul tango. Fino al 1938 fondò nuovi raggruppamenti che non si consolidarono e provò senza successo a costituire una cooperativa di lavoro, come espressione delle sue idee comuniste. 
Il completo delineamento del suo stile di tango iniziò l’11 agosto del 1939 quando comparì ancora al Café Nacional. Amadeo Mandarino fu il cantante della sua orchestra al debutto. Dopo un certo tempo riformò il conjunto, con Augusto Gauthier come cantante. O.P. era direttore, pianista ed arrangiatore di questo raggruppamento che fu, questa volta sì, organizzato come una cooperativa. Da un caffè del barrio di Villa Crespo arrivarono alla radio più importante del momento, El Mundo, seguito da un’importante cerchia di fan, composta da fanatici del suo stile e da seguaci del Partito Comunista.
La continuità nel lavoro gli permise di affinare il suo concetto, appoggiato dall’apporto dei suoi compagni come il contrabassista Aniceto Rossi, tanto importante nel dargli l’approccio ritmico di cui necessitava. Fondamentale fu il  bandoneón di Osvaldo Ruggiero, che rimase con O.P.fino al 1968, profondamente legato al suo direttore. Ed altrettanto può dirsi del violinista Enrique Camerano, nato – dice qualcuno – per suonare con O.P.. Quest’ultimo si era affermato come il maggior esponente dello stile decareano, ma con una rotonda cadenza ritmica, attrattiva per il ballerino senza per questo sacrificare la qualità.Di somma importanza per l’orchestra di O.P.nelle registrazioni del 1943 fu la apparizione di Roberto Chanel, cantante forte, dalla voce nasale e dallo stile “compadrito”, che eseguì 31 incisioni. Cercando una voce contrastante, O.P.incorporò in seguito Alberto Morán, drammatico e sensuale, di rara attitudine per la media voce ed in perfetta sintonia con l’accompagnamento orchestrale. La sua attrattiva verso le donne non fu  eguagliata da nessuna altro cantante. A carico di Morán si contano 48 opere registrate. Appena 8 ne registrò a sua volta, tra il 1949 ed il 1950, Jorge Vidal, un’altra delle voci importanti nella storia di questa orchestra. Tra i cantanti che seguirono spiccarono, seppur con repertori di qualità irregolare, Jorge Maciel e Miguel Montero. Negli anni ’40, O.P. registrò alcuni temi strumentali propri con i quali si collocò all’avanguardia. E’ il caso di La Yumba (che si trasformò nell’inno della sua orchestra), Negracha e Malandraca. Per questi ultimi due lo si considera un precursore nell’impiego della sincope e del contrappunto, anticipando Horacio Salgán e Astor Piazzolla. Altri importanti tangos che O.P. scrisse ed interpretò sono, prima di tutto, il menzionato Recuerdo, e La Beba, Adiós Bardi, ReciénBarroUna Veze e El Encopao
Per anni, all’ orchestra di O.P. è stata impedita la radiodiffusione, come mezzo di censura politica, ma ciò non riuscì a diminuirne la popolarità né le esecuzioni, che continuavano ad essere possibili se privi del direttore, dopo che Juan Domingo Perón lo fece imprigionare. Innumerevoli i riconoscimenti da lui ricevuti a Cuba, in Francia e nella sua Argentina fino alla sua morte, giunta nella sua Buenos Aires il 25 luglio del 1995.
Biografia liberamente tradotta da Todotango e da Wikipedia.

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