I Ragazzi del Tango
Amici sempre, ragazzi tutta la vita...
domenica 13 ottobre 2019
mercoledì 6 marzo 2019
Alfredo De Angelis
Il debutto di De Angelis avvenne ad un festival scolastico con il tango A mis compañeros, del quale non rimane traccia registrata. Nel 1924, all’età di 12 anni, si convertì allo studio del pianoforte seguito dalla professoressa Aratti, con la quale ottenne il diploma di maestro di piano, teoria e solfeggio. Terminata la scuola secondaria, De Angelis ottenne la possibilità di lavorare come pianista professionista nell’Accademia di ballo “Antonini”, sita in calle Suipacha. Durante questa esperienza duettò al piano con Benjamin Binstock, eseguendo brani dal vivo di tango, vals, milonga ed altri generi, mentre gli studenti dell’Accademia si esercitavano. Nel 1932 ricevette l’importante possibilità di integrarsi nell’orchestra di Anselmo Aieta, in sostituzione del pianista Juan Polito, avendo come collega li violinista Juan D’Arienzo; per un anno si esibì con questo conjunto al Café Germinal de la calle Corrientes, fino a che non tornò il pianista titolare. Nel 1936 armò la sua prima orchestra, dividendo la direzione con il bandoneonista Daniel Alvarez; la coppia rimase stabilmente a Buenos Aires, esibendosi frequentemente al Café Germinal de la calle Corrientes fino al 1937, e per i due anni successivi facendo diversi tour per le province argentine. La fama dell’orchestra De Angelis raggiunse una certa importanza, sottolineata anche dalla partecipazione a diverse trasmissioni radiofoniche, tra le quali il quotidiano “Glostora Tango Culb” trasmesso da Radio El Mundo per 22 anni e che ebbe De Angelis come orchestra di punta. Il fenomeno De Angelis non passò inosservato nemmeno alle case discografiche dell’epoca; il 23 luglio 1943 la Odeón riuscì a vincere la concorrenza, sottoscrivendo un contratto con Alfredo De Angelis fino al 21 gennaio 1977. Durante 25 anni di ininterrotto successo, nel mezzo della sua traiettoria artistica, De Angelis viaggiò in sud America, realizzando tour di successo in Cile, Colombia, Paraguay e Uruguay. Molti musicisti accompagnarono il maestro attraverso il proprio percorso musicale, contribuendo ad accresce la popolarità dell’orchestra. Tra essi si ricordano Juan “Toto” Rodríguez, Luis Stazo, Osvaldo Rizzo e Nicolás Parassino (bandoneones), Victor Braña, Simón Broitman, Eduardo Massara e Oscar Suárez (violini). Oltre a questi grandi professionisti, l’orchestra De Angelis si caratterizzò per aver ospitato molte grandi voci del tango, come i già citati Floreal Ruiz, Carlos Dante, Julio Martel, ma anche Oscar Larroca, Juan Carlos Godoy, Roberto Florio, Roberto Mancini e Lalo Martel.
Dopo l’irruzione del ritmo audace e vertiginoso di Juan D’Arienzo, la decade del ’40 si aprì con una pletora di orchestre e cantanti concentrati a produrre musica per ballare, rianimando i locali e coinvolgendo tutte le generazioni di ballerini. L’orchestra di Alfredo De Angelis si pose in questo contesto come una delle formazioni più efficaci nel favorire il rinascimento del “dos por cuatro”, dedicandosi ad enfatizzare l’accento delle proprie interpretazioni musicali verso il ballo.
Il tango “popolare” proposto da De Angelis conobbe un grande successo tra la gente, eppure venne stigmatizzato dalla élite intellettuale dell’epoca, che etichettò l’orchestra di De Angelis come “calesita”, carente di creatività e adatta solo per fare musica da sala. Tale aggettivo potrebbe far riferimento al modo ordinato con il quale i ballerini giravano in pista sulle note del maestro, come pure alla musica facile e routinaria proposta che, secondo la stessa élite, richiamava l’andamento elementare e ripetuto di un carosello.
In realtà De Angelis sviluppò una musica ricca di bellezza, frutto di un lavoro armonioso e sincronizzato, dal quale scaturì un tango pulito e semplice raggiunto attraverso una manipolazione efficace del marcato ritmico e molto rispettoso della componente melodica, così come della brillantezza del cantante di turno. Le interpretazioni di De Angelis si riconoscono per un uso lineare del marcato in 4, spesso staccato, con un tempo fisso, salvo nel finale dove spesso il maestro amò dar lustro al cantante (o al duo) con un evidente diminuendo (ad esempio, Pregonera e Oro muerto).
La componente melodica strumentale è spesso dominata dai violini, ai quali spetta il ruolo di voce principale, seguiti dai banoneónes o dal piano suonato dallo stesso De Angelis in melodie secondarie o contrappunti. Anche le variazioni sono spesso a carico dei violini e sono un marchio evidente nello stile di De Angelis, utili come elemento per riconoscere l’orchestra. Due esempi di ascolto potrebbero essere Mi dolor e El choclo. Nel primo, violini e bandoneónes giocano nel rincorrersi attraverso la stessa melodia; anche il pianoforte si esibisce in un contrappunto tra registro grave e acuto, infine una variazione melodica di violini chiude il pezzo. Nel secondo brano si ascoltano, in sequenza, due variazioni di bandoneónes sulla melodia principale all’apertura (la seconda seguita da una melodia secondaria di violini), una successiva variazione seguita da una breve variazione di pianoforte, ed in chiusura di brano ancora una variazione brillante di pianoforte che precede quella meravigliosa di violini.
Alfredo De Angelis non ebbe una impronta stilistica dirompente nel tango, come ad esempio, Aníbal Troilo o Osvaldo Pugliese, eppure la sua orchestra ebbe un riconoscimento popolare grandissimo, anche grazie al fatto che il modello di musica proposto fu sempre all’interno dei canoni tradizionali più amati dai ballerini. La dimostrazione di questo è riscontrabile nella quantità di dischi di successo incisi e nella trasmissione radiofonica “Glostora Tango Club” molto amata dalla gente dell’epoca.
Alfredo De Angelis morì il 31 marzo 1992, all’età di 79 anni, presso Banfield nella provincia di Buenos Aires.
Si ringrazia l'autore di questa ricerca utile a diffondere al meglio le notizie inerenti agli autori e al mondo del Tango Argentino.
Fonte consultata: La Milonga di Alvin
Fonte consultata: La Milonga di Alvin
sabato 24 novembre 2018
Stage con Carolina Gomez
presso palestra Chinesibis in via Cesare Battisti 5 a Rivarolo Canavese
Continua il percorso dei I Ragazzi del Tango sempre lieti di ospitare ancora una professionista di eccezione: la grande Carolina Gomez.
Dedicheremo un pomeriggio allo studio, alla didattica, all'analisi dei movimenti, individuali e di coppia, necessari a rendere il tango dinamico, naturale, fluido e sensuale.
Questi elementi sono alla base della didattica di Carolina che inizia i suoi studi molto giovane entrando alla Scuola Nazionale di danza di Buenos Aires e diventando una ballerina professionista.
Successivamente si insedierà a Torino dove apre il centro Aires Nuevo di cui è attualmente insegnante,coreografa e direttrice artistica.
PROGRAMMA:
ore 15 iscrizioni
dalle 15.30 alle 16.30 stage di tecnica individuale
dalle 16.45 alle 18.15 stage di tecnica di coppia
Per informazioni ed iscrizioni chiamare i numeri:
345-4616441 Paolo; 347-2340513 Antonella
oppure scrivere a: iragazzideltango@gmail.com
I Grandi artisti del Tango Argentino
CARLOS DI SARLI
Carlos di Sarli, il cui nome
di battesimo era Cayetano Di Sarli, nacque a Bahía Blanca nell’Argentina
meridionale, figlio di Miguel Di Sarli immigrato italiano proprietario di
un’armeria, e di Serafina Russomano sorella del tenore Tito Russomano.
Nel 1916, all'età di 13 anni,
mentre lavorava nel negozio di suo padre, Carlos subì un incidente che gli
compromise la vista e che lo costrinse a portare gli occhiali per il resto
della vita. Una volta recuperato dall'infortunio si unì a una compagnia di
musicisti itineranti specializzata nella musica popolare e che nel proprio
repertorio includeva anche tanghi.
Poi si trasferì a Santa Rosa,
nella provincia di La Pampa, dove un amico di suo padre, un altro immigrato
italiano di nome Mario Manara, possedeva un cinema e un club. Nel cinema Carlos
accompagnava le pellicole mute suonando il pianoforte, mentre nel club si
dedicava all'esecuzione dei tanghi. Nel 1919, tornò a Bahía Blanca dove
organizzò la sua prima orchestra suonando al Caffè Espresso, all’angolo tra Via
Zelarrayan e Via Buenos Aires, e al Caffè Moka sulla Via O'Higgins. L'orchestra
faceva anche tournée nelle province di La Pampa, Córdoba, Mendoza, San Juan e
Salta. Nel 1923, Carlos e suo fratello minore Roque si trasferirono a Buenos
Aires.
Forse sono molti i nomi fondamentali che contiene la storia del Tango,
pero è indubbio che quello di Carlos Di Sarli esige la sua inclusione
imprescindibile dentro la più schietta e ristretta lista che si possa
proporre.Pianista, compositore e direttore d'orchestra di primissima grandezza
, arrivava alla sua tardiva consacrazione - come altre grandi figure del tango-
con un percorso artistico tanto intenso quanto rilevante. Lo "Stile Di
Sarli" che si è mantenuto quasi immutabile dai suoi inizi, intorno al
1926, fino alla fine (1958), ha dei vincoli essenziali con la prima modalità
orchestrale di Osvaldo Fresedo. Senza particolari preoccupazioni di carattere
armonico, le varie formazioni orchestrali di Carlo Di Sarli sono
invariabilmente adattate ad uno schema prestabilito, il cui interesse sonoro si
ottiene per mezzo di una gamma di sfumature molto precise e, nello stesso
tempo, molto sottili , le quali alternano , in azzeccati contrasti, gli
"staccati" con i "legati" e i "crescendo" con i
“pianissimo”. I bandoneon hanno un ruolo essenzialmente ritmico e milonguero
(ballabile), solo a momenti cantano la melodia. Il costante lavoro dello stesso
Di Sarli con la sua inimitabile conduzione pianistica, così come i controcanti
del primo violino Roberto Guisado danno il colore caratteristico al
complesso.Però dentro questa omogenea struttura strumentale , non c'è dubbio
che la cosa più importante come apporto interpretativo dal punto di vista della
creazione, si trova nello stile pianistico di Carlos Di Sarli , con la sua
favolosa mano sinistra che marca un ritmo di semplice tessitura e di profonda
emotività.
Fu chiesto al Maestro Osvaldo
Pugliese : "Cosa pensa di Di Sarli ? " e lui rispose : " Io lo
indico sempre come esempio”.
Senza nulla, creò una
struttura tanghera molto difficile da uguagliare. Fu un continuatore di Fresedo
al quale dedicò il tango "Milonguero viejo". Nella musica di Di Sarli
non ci sono arrangiamenti né "variaciones" (per es. assoli di
bandoneon) né armonizzazioni. Semplicemente con ritmo , melodia ed espressione
ha fatto del tango una " poesia della città" , degna di essere
ascoltata e ballata.
Di Sarli, già gravemente
malato, ha dato la sua ultima esibizione l’8 marzo 1959, nella club Podestá de
Lanús, finendo con una performance di Bahía Blanca, la sua composizione
dedicata alla sua città natale.
(relazione scritta da articoli tratti da Wikipedia e Todotango)
I Grandi artisti del Tango Argentino
OSVALDO PUGLIESE
Osvaldo
Pedro Pugliese(d’ora in poi O.P., ndr) nasce a Buenos Aires,
nel barrio di Villa Crespo, il 2 dicembre 1905; suo
padre, Adolfo, operaio in un calzaturificio, è stato flautista dilettante
nei quartetti del suo quartiere che eseguivano tango. I suoi due fratelli
maggiori, Vicente Salvador “Fito” ed Alberto Roque, hanno
suonato il violino, di conseguenza O.P. fu da subito e per molti anni
votato alla musica. Ad O.P. fu il padre che impartì le prime lezioni
di solfeggio, dopo di che cominciò anche a strimpellare il violino, ma ben
presto si rivolse al pianoforte, nonostante don Adolfo tardò un po’ ad
acquistare il costoso strumento. Dopo essersi formato nei conservatori del
posto, a 15 anni iniziò la sua carriera professionista nel locale Café de
La Chancha, così chiamato dagli avventori alludendo alla scarsa igiene del
proprietario.Poco dopo, mentre già si trovava in un conosciuto caffè del centro
di Buenos Aires, aggiunse al suo conjunto la prima donna bandoneonista
che conobbe il tango, Francisca “Paquita” Bernardo. Proseguendo
nella sua carriera, O.P. si aggregò al quartetto di Enrique
Pollet, in seguito alla famosa orchestra di Roberto Firpo, e nel 1927 era
già pianista dell’ orchestra del gran bandoneonista Pedro Maffia, da cui
si svincolò, insieme al violinista Elvino Vardaro, per formare
un conjunto a nome di entrambi, che si sa fu molto conosciuto, ma del
quale non si sono conservate registrazioni. Vardaro e O.P.debuttarono
al Café Nacional e presto intrapresero un lungo tour nel paese. Il
duo era accompagnato come rappresentante-responsabile dal poeta Eduardo
Moreno, autore del testo del tango Recuerdo, il più celebre di quelli
firmati da O.P., ed inoltre, proposta da Moreno, dalla
cantante Malena de Toledo. Il tour si rivelò un salasso economico e
Vardaro dovette impegnare il suo arco Sartoris per pagare il viaggio
di ritorno. O.P. presto fu affiancato da un altro
violinista, Alfredo Gobbi, formando un conjunto di cui
un bandoneonista era il giovanissimo Aníbal Troilo. Ciò durò
pochi mesi durante i quali O.P. definì il suo primo repertorio da
proporre in un paio di locali. Successivamente formò due accoppiamenti, in
primo luogo con Gobbi e presto con Vardaro, per esibirsi in trasmissioni radio.
Nel 1934, quando il bandoneonista Pedro Laurenz – ex di De
Caro e di Maffia – formò la sua orchestra, O.P. ne occupò il
piano, occasione in cui scrisse i suoi primi arrangiamenti su un paio di
tangos, fra cui La Beba. Nel 1936 integrò nel conjunto il
bandoneonista Miguel Calò, ancora arruolato nella corrente “decareana”, ed
in questo modo formò le sue idee estetiche sul tango. Fino al 1938 fondò nuovi
raggruppamenti che non si consolidarono e provò senza successo a costituire una
cooperativa di lavoro, come espressione delle sue idee comuniste.
Il completo
delineamento del suo stile di tango iniziò l’11 agosto del 1939 quando comparì
ancora al Café Nacional. Amadeo Mandarino fu il cantante della
sua orchestra al debutto. Dopo un certo tempo riformò
il conjunto, con Augusto Gauthier come
cantante. O.P. era direttore, pianista ed arrangiatore di questo
raggruppamento che fu, questa volta sì, organizzato come una cooperativa. Da un
caffè del barrio di Villa Crespo arrivarono alla radio più
importante del momento, El Mundo, seguito da un’importante cerchia di fan,
composta da fanatici del suo stile e da seguaci del Partito Comunista.
La
continuità nel lavoro gli permise di affinare il suo concetto, appoggiato
dall’apporto dei suoi compagni come il contrabassista Aniceto Rossi, tanto
importante nel dargli l’approccio ritmico di cui necessitava. Fondamentale fu
il bandoneón di Osvaldo Ruggiero, che rimase con O.P.fino al
1968, profondamente legato al suo direttore. Ed altrettanto può dirsi del
violinista Enrique Camerano, nato – dice qualcuno – per suonare
con O.P.. Quest’ultimo si era affermato come il maggior esponente dello
stile decareano, ma con una rotonda cadenza ritmica, attrattiva per il
ballerino senza per questo sacrificare la qualità.Di somma importanza per
l’orchestra di O.P.nelle registrazioni del 1943 fu la apparizione
di Roberto Chanel, cantante forte, dalla voce nasale e dallo stile
“compadrito”, che eseguì 31 incisioni. Cercando una voce
contrastante, O.P.incorporò in seguito Alberto Morán, drammatico e
sensuale, di rara attitudine per la media voce ed in perfetta sintonia con
l’accompagnamento orchestrale. La sua attrattiva verso le donne non fu
eguagliata da nessuna altro cantante. A carico di Morán si contano 48
opere registrate. Appena 8 ne registrò a sua volta, tra il 1949 ed il
1950, Jorge Vidal, un’altra delle voci importanti nella storia di questa
orchestra. Tra i cantanti che seguirono spiccarono, seppur con repertori di
qualità irregolare, Jorge Maciel e Miguel Montero. Negli
anni ’40, O.P. registrò alcuni temi strumentali propri con i quali si
collocò all’avanguardia. E’ il caso di La Yumba (che si trasformò
nell’inno della sua orchestra), Negracha e Malandraca. Per
questi ultimi due lo si considera un precursore nell’impiego della sincope e
del contrappunto, anticipando Horacio Salgán e Astor Piazzolla. Altri importanti
tangos che O.P. scrisse ed interpretò sono, prima di tutto, il
menzionato Recuerdo, e La Beba, Adiós
Bardi, Recién, Barro, Una Veze e El Encopao.
Per
anni, all’ orchestra di O.P. è stata impedita la radiodiffusione,
come mezzo di censura politica, ma ciò non riuscì a diminuirne la popolarità né
le esecuzioni, che continuavano ad essere possibili se privi del direttore,
dopo che Juan Domingo Perón lo fece imprigionare. Innumerevoli i
riconoscimenti da lui ricevuti a Cuba, in Francia e nella sua Argentina fino
alla sua morte, giunta nella sua Buenos Aires il 25 luglio del 1995.
mercoledì 17 ottobre 2018
I Grandi artisti del Tango Argentino
Osvaldo Fresedo
Osvaldo Fresedo, El
Pibe de La Paternal.
(Buenos Aires, 5 maggio 1897 - Buenos Aires, 18 novembre 1984)
Musicista, attore, bandoneonista, regista e compositore
(Buenos Aires, 5 maggio 1897 - Buenos Aires, 18 novembre 1984)
Musicista, attore, bandoneonista, regista e compositore
Osvaldo
Nicolàs Fresedo nacque a Buenos Aires in seno ad una famiglia di buona
condizione economica, che sembra averlo segnato artisticamente: la sua
orchestra, dallo stile aristocratico e raffinato, fu la preferita dei circoli
eleganti.
Sebbene il padre di Osvaldo fosse un ricco commerciante, quando il bambino aveva 10 anni, la famiglia si trasferì a La Paternal, un quartiere appartato e umile, di case basse e ambiente popolare, che influì molto sul suo destino. Lì si avviò allo studio del bandoneòn. La sua grande passione per il bandonèon fu motivo di dissapori con il padre La sua fu la carriera più estesa che si possa trovare nel tango: più di 1250 incisioni danno testimonianza di essa.
La sua presenza nella discografia coprì 63 anni caratterizzata dalla grande eleganza formale e dalla soavità delle interpretazioni unitamente alla ricerca di effetti sonori che a tratti conferiscono un'aria hollywoodiana a scapito del maschio pulsare arrabalero.
Nel 1913 cominciò a suonare in pubblico come parte integrante di un terzetto giovanile, con suo fratello Emilio, al violino e Martin Barreto alla chitarra. Si esibirono nel cafè «Paulin» e nel continuare a presentarsi negli altri cafè del quartiere cominciò ad essere identificato come «El Pibe de la Paternal». Si esibì poi nel cabaret Montmartre e poi nel Royal Pigall, a richiesta di Roberto Firpo. Successivamente formò un trio con il pianista Juan Carlos Cobiàn e il violinista Tito Roccatagliata. L'incontro tra Fresedo e Cobiàn (che riscuoterà grande celebrità come compositore di Los Mareados, Nostalgias e altri brani) fu decisivo per la evoluzione orchestrale del tango negli anni '20.
Nel 1918 Fresedo forma il suo primo complesso, in cui intervengono, tra
gli altri, il pianista Jose Maria Rizzutti (compositore di Cenizas) ed il
violinista Julio De Caro, che sei anni dopo rivoluzionerà il genere con il suo
sestetto (e che compose in omaggio a Fresedo il tango omonimo). Fresedo si
esibì con tale successo nel «Casinò Pigall» che la sua si trasformò
nell'orchestra di moda. Nel 1920 era già in tournée negli Stati Uniti con un
trio composto con il violinista Tito Roccatagliata e il pianista Enrique
Delfino. Al suo ritorno Fresedo ricompose il suo sestetto, affidando questa
volta il piano a Cobiàn, nessuno come loro fu capace di introdurre il tango
nelle feste dei saloni aristocratici di Buenos Aires. Sebbene il padre di Osvaldo fosse un ricco commerciante, quando il bambino aveva 10 anni, la famiglia si trasferì a La Paternal, un quartiere appartato e umile, di case basse e ambiente popolare, che influì molto sul suo destino. Lì si avviò allo studio del bandoneòn. La sua grande passione per il bandonèon fu motivo di dissapori con il padre La sua fu la carriera più estesa che si possa trovare nel tango: più di 1250 incisioni danno testimonianza di essa.
La sua presenza nella discografia coprì 63 anni caratterizzata dalla grande eleganza formale e dalla soavità delle interpretazioni unitamente alla ricerca di effetti sonori che a tratti conferiscono un'aria hollywoodiana a scapito del maschio pulsare arrabalero.
Nel 1913 cominciò a suonare in pubblico come parte integrante di un terzetto giovanile, con suo fratello Emilio, al violino e Martin Barreto alla chitarra. Si esibirono nel cafè «Paulin» e nel continuare a presentarsi negli altri cafè del quartiere cominciò ad essere identificato come «El Pibe de la Paternal». Si esibì poi nel cabaret Montmartre e poi nel Royal Pigall, a richiesta di Roberto Firpo. Successivamente formò un trio con il pianista Juan Carlos Cobiàn e il violinista Tito Roccatagliata. L'incontro tra Fresedo e Cobiàn (che riscuoterà grande celebrità come compositore di Los Mareados, Nostalgias e altri brani) fu decisivo per la evoluzione orchestrale del tango negli anni '20.
Nel 1927 il successo di Fresedo è tale che mantiene in esecuzione cinque orchestre allo stesso tempo, la principale delle quali nel cabaret Tabarin, sulla Calle Corrientes, la più importante della città. Questo lo obbliga a fare la spola da un locale all'altro per fare atto di presenza accanto a ciascuna orchestra. Una di queste, che accompagnava i film muti nel cine teatro Fenix, del quartiere di Flores, era diretta nientemeno che dal pianoforte di Carlos Di Sarli il quale in seguito fu molto influenzato dallo stile del suo direttore. Fresedo ebbe l'audacia di introdurre nel tango timbri nuovi, come quello dell'arpa e del vibrafono, e di utilizzare discretamente la batteria. Insieme a Cobiàn e a De Caro fu fra i principali rappresentanti di quella che poi si sarebbe definita"Guardia Nueva", che segnò il definitivo allontanarsi dal tango delle origini.
Scelse con grande attenzione i suoi cantanti tra i quali primeggiano i vocalisti Roberto Ray, Ricardo Ruiz, Oscar Serpa, Osvaldo Cordò, Armando Garrido e Hector Pacheco. Si appoggiò anche a musicisti di talento quali il pianista Emilio Barbato e i bandoneonisti Roberto Perez Prechi e Roberto Pansera. Come compositore Fresedo fu prolifico e di successo e il suo tango più celebre è il melodioso Vida mia ma furono anche molto celebrati Pimienta, Arrabalero, Tango Mio, El Once, El Espiante, i bellissimi Aromas, Volveràs, Sollozos e Siempre es Carnaval, Ronda de Ases, De Academia, Por qué? E Si de mi te has olvidado.
L'incontro con il JAZZ - Dizzy Gillespie - Gillespie arrivò nella capitale argentina a fine luglio, durante il suo tour in Sud America del 1956, per suonare in una serie di concerti al Teatro Casino della calle Maipu e subito chiese di essere messo in contatto con qualche musicista di tango.
Lo stravagante Dizzy già aveva mostrato interesse per la musica latino americana lavorando con le percussioni cubane una decina di anni prima, e comunque la sua curiosità musicale non conosceva limite. Fresedo, per parte sua, aveva già assaggiato il jazz nel suo viaggio in Nord America del 1920, ed è nota la sua passione per le sperimentazioni di ogni tipo e per l'utilizzo di strumenti inconsueti nelle sue formazioni. Quando gli presentarono Gillespie non gli parve quindi vero di poter contare sull'insolito ed eccezionale contributo di una tromba di quel calibro, anche se solo per poco.
Venne dunque informalmente organizzata una registrazione dal vivo durante una delle abituali esibizioni di Fresedo al Rendez-Vous: formidabile evento al quale i fortunati avventori di quella sera si trovarono ad assistere del tutto inaspettatamente. La registrazione fu effettuata in maniera un po' casalinga, con un impianto portatile e l'amalgama musicale che ne risultò non fu perfetto, ma in virtù del talento dei due protagonisti non scade mai nel kitsch, anche se emana a tratti un'atmosfera vagamente bizzarra, a metà tra l'hollywoodiano e il messicano,ma nel complesso il risultato è innegabilmente interessante e percorso da una notevole intensità.
Il maggior pregio di queste registrazioni, però, sta da una parte nel carattere di autentico e disinteressato dialogo culturale che le attraversa, dove ognuno ascolta lo stile dell'altro senza abbandonare il proprio, e dall'altra nell'allegria che si sprigiona da esse e nella quale musicisti e pubblico, entusiasmandosi vicendevolmente, si abbandonarono a quell'improvvisato "Concerto per tromba ed orchestra di tango".
venerdì 31 agosto 2018
Avvicinamento ai corsi di Tango Argentino
Cari amici un caloroso bentrovati da Paolo e Antonella insegnanti residenti presso l' Ass.ne culturale I Ragazzi del Tango. Siamo pronti a ripartire con la stagione 2018/19 dedicata al Tango argentino e vi invitiamo Lunedì 24/09 a partecipare ad una lezione divulgativa gratuita di avvicinamento al tango e conoscitiva dei programmi della ns Ass.ne. Le novità importanti saranno principalmente legate alla presenza, fin dai primi mesi, di maestri esterni che contribuiranno, con i loro diversi stili e metodi, a formare, con i maestri residenti, un cast di insegnanti completo e utile al perfezionamento didattico, di stile, ritmica e coreografia di questo ballo meraviglioso. Quest'anno avremo il privilegio di poter lavorare con i maestri torinesi Jolanda Castiglia e Fulvio Brizio e nuovamente, per il secondo anno consecutivo, con i maestri Marina Cavaletto e Claudio Giachetto. A completamento di questo staff ci sarà, periodicamente, anche il prezioso contributo di una ballerina di eccezione molto conosciuta nel mondo del Tango argentino del panorama torinese e non solo e di cui sveleremo il nome solo successivamente....insomma ci sono tutti i presupposti per divertirci nuovamente tutti insieme e trascorrere piacevolmente qualche bella serata. Vi aspettiamo numerosi, arrivederci a presto dal direttivo Antonella, Luca, Elena e Paolo
Per informazioni: 345-4616441 Paolo
oppure scrivere a: iragazzideltango@gmail.com
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