mercoledì 6 marzo 2019

Alfredo De Angelis


Alfredo De Angelis fu pianista, compositore e direttore. Nacque il 2 novembre 1912 ad Adrogué, nel sud della Provincia di Buenos Aires da Virgilio De Angelis e Ana Techi. Il padre era fratellastro del gran pianista e compositore Samuel Castriota, per questo motivo il giovane Alfredo conobbe, fin dall’infanzia, personaggi importanti della musica rioplatense come Pascual Contursi, Belisario Roldán, José Ricardo, José Razzano e Carlos Gardel. All’età di 10 anni iniziò i suoi studi musicali presso la scuola primari a del collegio N.1 di Adrogué, dedicandosi al bandoneón con il maestro Guillermo Olson.
Il debutto di De Angelis avvenne ad un festival scolastico con il tango A mis compañeros, del quale non rimane traccia registrata. Nel 1924, all’età di 12 anni, si convertì allo studio del pianoforte seguito dalla professoressa Aratti, con la quale ottenne il diploma di maestro di piano, teoria e solfeggio. Terminata la scuola secondaria, De Angelis ottenne la possibilità di lavorare come pianista professionista nell’Accademia di ballo “Antonini”, sita in calle Suipacha. Durante questa esperienza duettò al piano con Benjamin Binstock, eseguendo brani dal vivo di tango, vals, milonga ed altri generi, mentre gli studenti dell’Accademia si esercitavano. Nel 1932 ricevette l’importante possibilità di integrarsi nell’orchestra di Anselmo Aieta, in sostituzione del pianista Juan Polito, avendo come collega li violinista Juan D’Arienzo; per un anno si esibì con questo conjunto al Café Germinal de la calle Corrientes, fino a che non tornò il pianista titolare. Nel 1936 armò la sua prima orchestra, dividendo la direzione con il bandoneonista Daniel Alvarez; la coppia rimase stabilmente a Buenos Aires, esibendosi frequentemente al Café Germinal de la calle Corrientes fino al 1937, e per i due anni successivi facendo diversi tour per le province argentine. La fama dell’orchestra De Angelis raggiunse una certa importanza, sottolineata anche dalla partecipazione a diverse trasmissioni radiofoniche, tra le quali il quotidiano “Glostora Tango Culb” trasmesso da Radio El Mundo per 22 anni e che ebbe De Angelis come orchestra di punta. Il fenomeno De Angelis non passò inosservato nemmeno alle case discografiche dell’epoca; il 23 luglio 1943 la Odeón riuscì a vincere la concorrenza, sottoscrivendo un contratto con Alfredo De Angelis fino al 21 gennaio 1977. Durante 25 anni di ininterrotto successo, nel mezzo della sua traiettoria artistica, De Angelis viaggiò in sud America, realizzando tour di successo in Cile, Colombia, Paraguay e Uruguay. Molti musicisti accompagnarono il maestro attraverso il proprio percorso musicale, contribuendo ad accresce la popolarità dell’orchestra. Tra essi si ricordano Juan “Toto” Rodríguez, Luis Stazo, Osvaldo Rizzo e Nicolás Parassino (bandoneones), Victor Braña, Simón Broitman, Eduardo Massara e Oscar Suárez (violini). Oltre a questi grandi professionisti, l’orchestra De Angelis si caratterizzò per aver ospitato molte grandi voci del tango, come i già citati Floreal Ruiz, Carlos Dante, Julio Martel, ma anche Oscar Larroca, Juan Carlos Godoy, Roberto Florio, Roberto Mancini e Lalo Martel.

Dopo l’irruzione del ritmo audace e vertiginoso di Juan D’Arienzo, la decade del ’40 si aprì con una pletora di orchestre e cantanti concentrati a produrre musica per ballare, rianimando i locali e coinvolgendo tutte le generazioni di ballerini. L’orchestra di Alfredo De Angelis si pose in questo contesto come una delle formazioni più efficaci nel favorire il rinascimento del “dos por cuatro”, dedicandosi ad enfatizzare l’accento delle proprie interpretazioni musicali verso il ballo.
Il tango “popolare” proposto da De Angelis conobbe un grande successo tra la gente, eppure venne stigmatizzato dalla élite intellettuale dell’epoca, che etichettò l’orchestra di De Angelis come “calesita”, carente di creatività e adatta solo per fare musica da sala. Tale aggettivo potrebbe far riferimento al modo ordinato con il quale i ballerini giravano in pista sulle note del maestro, come pure alla musica facile e routinaria proposta che, secondo la stessa élite, richiamava l’andamento elementare e ripetuto di un carosello.
In realtà De Angelis sviluppò una musica ricca di bellezza, frutto di un lavoro armonioso e sincronizzato, dal quale scaturì un tango pulito e semplice raggiunto attraverso una manipolazione efficace del marcato ritmico e molto rispettoso della componente melodica, così come della brillantezza del cantante di turno. Le interpretazioni di De Angelis si riconoscono per un uso lineare del marcato in 4, spesso staccato, con un tempo fisso, salvo nel finale dove spesso il maestro amò dar lustro al cantante (o al duo) con un evidente diminuendo (ad esempio, Pregonera e Oro muerto).
La componente melodica strumentale è spesso dominata dai violini, ai quali spetta il ruolo di voce principale, seguiti dai banoneónes o dal piano suonato dallo stesso De Angelis in melodie secondarie o contrappunti. Anche le variazioni sono spesso a carico dei violini e sono un marchio evidente nello stile di De Angelis, utili come elemento per riconoscere l’orchestra. Due esempi di ascolto potrebbero essere Mi dolor e El choclo. Nel primo, violini e bandoneónes giocano nel rincorrersi attraverso la stessa melodia; anche il pianoforte si esibisce in un contrappunto tra registro grave e acuto, infine una variazione melodica di violini chiude il pezzo. Nel secondo brano si ascoltano, in sequenza, due variazioni di bandoneónes sulla melodia principale all’apertura (la seconda seguita da una melodia secondaria di violini), una successiva variazione seguita da una breve variazione di pianoforte, ed in chiusura di brano ancora una variazione brillante di pianoforte che precede quella meravigliosa di violini.

Alfredo De Angelis non ebbe una impronta stilistica dirompente nel tango, come ad esempio, Aníbal Troilo o Osvaldo Pugliese, eppure la sua orchestra ebbe un riconoscimento popolare grandissimo, anche grazie al fatto che il modello di musica proposto fu sempre all’interno dei canoni tradizionali più amati dai ballerini. La dimostrazione di questo è riscontrabile nella quantità di dischi di successo incisi e nella trasmissione radiofonica “Glostora Tango Club” molto amata dalla gente dell’epoca.

Alfredo De Angelis morì il 31 marzo 1992, all’età di 79 anni, presso Banfield nella provincia di Buenos Aires.







Si ringrazia l'autore di questa ricerca utile a diffondere al meglio le notizie inerenti agli autori e al mondo del Tango Argentino.
Fonte consultata: La Milonga di Alvin

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